© Marcel Burkhardt
Trinciatura – Flagello dei pascoli giurassiani
I pascoli estensivi giurassiani fanno parte degli habitat più ricchi di specie della Svizzera. Questa ricchezza è tuttavia minacciata dall’intensificazione delle pratiche agricole in generale e della trinciatura del suolo in particolare.
Quando si parla del Giura pensiamo spesso alle lunghe creste disseminate di pascoli boscati. In effetti questi pascoli sono gli elementi emblematici del paesaggio giurassiano. Questo mosaico di boschi e di spazi aperti è stato formato nel corso di numerosi secoli dallo sfruttamento silvo-pastorale tradizionale. All’interno di questo mosaico paesaggistico, il pascolo estensivo e la presenza di numerose piccole strutture come gli affioramenti rocciosi, i mucchi di pietre e i dossi con una vegetazione rada e molto tipica, come pure i cespugli, gli alberi isolati e le ceppaie, creano un’eterogeneità che favorisce la biodiversità. Qui sono ancora presenti molte specie divenute minacciate o rare sull’Altipiano, come ad esempio la Tottavilla.
Idillio ingannevole
Anche se il paesaggio giurassiano può apparire intatto e selvaggio, a partire dagli anni 1990 conosce una massiccia diminuzione della biodiversità. I diversi indicatori di biodiversità rivelano questa tendenza particolarmente negativa per le farfalle diurne e gli ortotteri, come pure per la flora dei prati e dei pascoli secchi (PPS) del Giura. Per gli ortotteri e la flora dei PPS, nel Giura per gli ultimi 20 anni questa tendenza è più marcata che nelle altre regioni biogeografiche svizzere, in particolare l’Altipiano. Anche ricerche mirate sulla Tottavilla nella catena giurassiana, nell’ambito dell’Atlante degli uccelli nidificanti della Svizzera, indicano una nuova diminuzione della specie in soli 10 anni. Nel mirino la razionalizzazione e la ristrutturazione delle aziende agricole, che hanno portato a un’intensificazione di numerosi pascoli e pascoli boscati nella maggior parte dei Cantoni della catena giurassiana ma anche nel Giura francese.
Trinciatutto ad asse orizzontale – distruttori di pascoli
Mentre l’intensificazione delle pratiche agricole sull’arco giurassiano è globale, i metodi utilizzati per raggiungere questo scopo sono a volte molto particolari. Qui si utilizzano senza scrupoli potenti macchinari, chiamati trinciatutto ad asse orizzontale, capaci di distruggere anche rocce e sassi e in grado di frantumare il suolo fino a una profondità di 5–25 cm. Questa tecnica permette di frantumare le pietre, eliminando così gli affioramenti rocciosi e le piccole irregolarità del terreno che si trovano così spesso sui pascoli giurassiani. Da un punto di vista agricolo, la struttura del terreno viene così «migliorata» e il terreno livellato, così da permettere di aumentare la resa e facilitare lo sfruttamento meccanico. Alla levigazione del suolo, in sostituzione del pascolo fa seguito, di norma, la semina di un prato artificiale che può essere falciato due-tre volte l’anno. Con la distruzione di microhabitat come ad esempio gli affioramenti calcarei, che presentano una flora molto specializzata e diversificata, questa pratica ha un effetto omogeneizzante importante. Una ricostituzione di questo ambiente è praticamente impossibile poiché questo effetto è irreversibile su scala umana. I pascoli ricchi di specie passati sotto ai trinciatutto sono così perduti per sempre.
Legislazione e dimensioni di questa pratica
La pratica della trinciatura è conosciuta già dalla metà degli anni 1990. A partire dagli anni 2000, diversi Cantoni del Giura corrugato si sono resi conto più o meno velocemente della necessità di legiferare in materia. A volte, la regolamentazione si differenzia tuttavia molto da un Cantone all’altro: Berna e Neuchâtel sono i meno restrittivi in materia. Nel Canton Berna questa pratica non è totalmente vietata ma sottostà all’obbligo di inoltrare una domanda di permesso di costruzione. Ogni anno vengono formulate 3–4 domande di questo genere. Nel Canton Neuchâtel la trinciatura parziale, limitata cioè a piccole superfici di qualche metro quadrato, può essere autorizzata nei prati e nei pascoli permanenti (ma non nei pascoli boscati) al di fuori dei perimetri di protezione, richiedendo un permesso. In media, ogni anno vengono registrate cinque richieste. Nei Cantoni di Soletta e Vaud, dove non esiste una regolamentazione specifica in materia, la questione è trattata attraverso altre leggi e ordinanze.
Benché le regolamentazioni esistano e il problema sia conosciuto da oltre vent’anni, si conoscono diversi casi di trinciatura, sia prima che dopo l’entrata in vigore della regolamentazione. Mentre nei Cantoni Soletta e Vaud questa pratica resta rara, nel Giura bernese, nel Canton Giura e nel Giura neocastellano è nettamente più diffusa.
Purtroppo non esiste nessuna statistica al riguardo, per cui è impossibile determinare le dimensioni di questa pratica. Tuttavia, in quasi tutti i Cantoni citati sono stati realizzati interventi su vasta scala, che hanno toccato superfici da uno a tredici ettari. In generale la pratica sembra restare piuttosto puntuale ma la mancanza di una visione d’insieme e l’impossibilità di contabilizzare i casi non denunciati o non scoperti relativizza questa affermazione. Inoltre, fino a oggi sono poche le operazioni di trinciatura non autorizzate che sono state denunciate alla giustizia. Troppo spesso l’applicazione delle leggi è rallentata da lunghe procedure. Senza sanzioni efficaci, i rischi in cui incorre un agricoltore scorretto restano quindi trascurabili. Più di 20 anni dopo le prime trinciature, è tempo che le regolamentazioni divengano sufficientemente rigorose e che l’uso dei trinciatutto a asse orizzontale a scopi agricoli venga vietato. Le leggi devono assolutamente venir applicate per impedire ulteriori abusi.
Quale avvenire per i pascoli giurassiani?
Per garantire la conservazione di specie esigenti, come la Tottavilla, nella catena giurassiana, la protezione e la conservazione dei prati e dei pascoli estensivi, ricchi di specie e strutture, deve essere una priorità nella protezione degli habitat. Questa protezione non deve tuttavia limitarsi soltanto alla qualità botanica di una superficie ma deve tener conto anche della diversità delle strutture e dell’eterogeneità del paesaggio, che sono gli elementi chiave della biodiversità. L’esperienza mostra chiaramente che la protezione dei pascoli e delle praterie inventariati come terreni secchi d’importanza nazionale non è sufficiente, poiché le dimensioni di queste superfici sono spesso troppo limitate e la loro qualità è in diminuzione.
Oggi è necessaria una gestione più globale e sostenibile dei pascoli magri e dei pascoli boscati poiché, oltre alla trinciatura, vengono comunemente utilizzate numerose altre tecniche d’intensificazione e miglioramento del terreno. I piani di gestione integrata mirano a un’ottimizzazione delle diverse risorse e dell’uso agricolo e forestale di un pascolo boscato, tenendo conto degli interessi ambientali e sociali. Attraverso l’arco giurassiano esiste già qualche buon esempio in tal senso ma c’è ancora molto da fare. Modelli come il programma pluriannuale Natura e Paesaggio del Canton Soletta restano esemplari.
Per terminare, i pascoli magri giurassiani non giocano un ruolo importante solo nella conservazione di specie minacciate ma anche, a causa del loro valore ricreativo per la popolazione, nella promozione turistica. Senza una reale volontà politica che saprà contrastare l’industrializzazione dell’agricoltura anche in questa regione, il futuro del suo emblematico paesaggio si delinea a tinte fosche.