Protezione efficace, non solo per i rapaci

    Grazie a misure efficaci, in Svizzera i rapaci diurni e notturni stanno bene. Ciò è rallegrante se si pensa che un tempo erano sull’orlo dell’estinzione.

    Aquila reale
    Aquila reale
    Foto © Markus Varesvuo

    Ancora negli anni Settanta, Sparviere e Falco pellegrino erano sull’orlo dell’estinzione. Nel frattempo, i loro effettivi hanno potuto riprendersi, Aquila reale e Nibbio reale sono più diffusi che mai e il Gipeto è stato reintrodotto con successo. È lecito rallegrarsi di questi successi, ma bisogna anche trarne una lezione: mostrano infatti la via da imboccare per far fronte alla crisi della biodiversità.

    Dobbiamo il salvataggio dei rapaci all’agire deciso dei responsabili di quel tempo: la persecuzione diretta era stata vietata legalmente e il DDT, insetticida estremamente tossico, era stato tolto dal commercio. Anche i pregiudizi della popolazione nei confronti degli «uccelli rapaci» hanno dovuto essere superati. Oggi, specie come il Falco pellegrino sono figure simboliche della protezione delle specie.

    Resta tuttavia molto da fare. Per questo la Svizzera, tra l’altro come primo Paese, ha redatto e consegnato alla comunità internazionale un piano d’azione nazionale per la protezione dei rapaci diurni e notturni. Il documento, redatto dall’UFAM in stretta collaborazione con la Stazione ornitologica, mostra cosa è necessario fare per contrastare pericoli spesso difficilmente determinabili come l’avvelenamento da piombo e le collisioni con gli impianti eolici. I rapaci utilizzano aree d’azione relativamente grandi e presentano un tasso riproduttivo poco elevato. Per la loro conservazione è quindi necessaria una collaborazione tra numerosi attori, provenienti da diversi settori, ed è necessario procedere in maniera coordinata e spesso anche a livello internazionale.

    Misure di protezione efficaci sono necessarie anche per salvare altre specie di uccelli minacciate, come pure il resto della fauna e della flora svizzere. Scelte volontarie, come ad esempio la selezione di marchi per alimenti prodotti in maniera sostenibile o ecologica, sono le benvenute, ma purtroppo in questo modo si può raggiungere solo una piccola parte della popolazione, per cui il miglioramento a cui portano è limitato. Anche il sistema di pagamenti diretti in agricoltura nella sua forma attuale non porta agli effetti desiderati. Né la concimazione eccessiva dei suoli né l’inquinamento da pesticidi sono diminuiti in modo significativo e, malgrado la pianificazione del territorio, l’avanzata dell’urbanizzazione continua. L’esempio dei rapaci ci insegna che, per la protezione a lungo termine della biodiversità e del paesaggio, in alcuni ambiti non è possibile prescindere da decise limitazioni e divieti.

    Matthias Kestenholz