Galliformi – uccelli erbivori in balia della meteo
Il successo riproduttivo dei Galliformi è molto variabile e dipende soprattutto dalle condizioni meteorologiche durante l’allevamento dei pulcini: se prevalgono condizioni di freddo e pioggia, gli effettivi diminuiscono. Fluttuazioni di popolazione sono tipiche per tutti i Galliformi, in particolare presso la Coturnice; ciò si riflette anche in riduzioni e nuovi ampliamenti dell’areale.
I Galliformi di montagna contano cinque specie: Pernice bianca, Fagiano di monte, Francolino di monte e Gallo cedrone, con zampe almeno in parte ricoperte di piume, appartengono ai Tetraonidi, la Coturnice ai Fasianidi. La Pernice bianca e la Coturnice sono specie dei paesaggi aperti; nelle Alpi la Pernice bianca vive sopra il limite della vegetazione arborea. Le altre tre specie sono legate agli alberi o ai boschi; il Fagiano di monte abita solo foreste molto aperte lungo il limite superiore del bosco.
Adattamenti all’inverno in montagna
Grazie a diversi adattamenti anatomici e comportamentali, i Tetraonidi riescono a rimanere anche in inverno nei loro habitat nelle montagne. Hanno un piumaggio che isola particolarmente bene e nella Pernice bianca persino le dita delle zampe sono ricoperte di piume. Questi uccelli adattano inoltre il loro comportamento in modo da consumare meno energia possibile. Accanto a brevi fasi di attività per nutrirsi, diverse specie trascorrono molto tempo in cavità nella neve, scavate da loro stesse, nelle quali la temperatura scende solo leggermente sotto lo zero anche se, all’esterno, la temperatura dell’aria è di quasi -20 °C.
I Galliformi adulti sono vegetariani e generalmente preferiscono cibi facilmente digeribili, come bacche e semi, che trovano al suolo nella vegetazione bassa. Gli arbusti nani sono particolarmente ricercati. Potendosi in gran parte nutrire di cime di rametti, gemme e aghi di arbusti nani, cespugli e alberi, anche in inverno i Tetraonidi hanno sempre a disposizione cibo a sufficienza. Affinché questo cibo ricco di fibre possa essere assimilato, i Galliformi hanno un apparato digerente appositamente adattato: per poter triturare il cibo duro ingeriscono sassolini, i cosiddetti gastroliti, e dispongono di due lunghi rami dell’intestino cieco nei quali, con l’aiuto di batteri, viene digerita la cellulosa. Con questi alimenti a basso valore nutritivo il sistema digerente raggiunge rapidamente i suoi limiti e non riesce a digerire più cibo di quanto non sia strettamente necessario alla sopravvivenza. Un dispendio energetico aggiuntivo, dovuto a disturbi, può quindi solo difficilmente essere compensato.
La Coturnice non riesce a far fronte altrettanto bene alle dure condizioni invernali in montagna. Dipende infatti tutto l’anno da piante erbacee relativamente ben digeribili: se, nei suoi habitat, sui pendii ripidi esposti a sud la neve non scivola via o si scioglie rapidamente, la Coturnice deve scendere a quote più basse, comparendo poi sui maggenghi o addirittura nei villaggi, situati ancora molto più in basso.
Il successo riproduttivo dipende fortemente dalle condizioni meteorologiche
Caratteristici per tutti i Galliformi sono, da un lato, il gran numero di uova per covata (fino a 14 per la Coturnice), dall’altro la dipendenza dei pulcini dalle condizioni meteorologiche. Nei primi giorni dopo la schiusa, i pulcini non sono in grado di mantenere autonomamente la loro temperatura corporea e devono scaldarsi sotto la femmina a intervalli regolari: in caso di freddo e pioggia non gli rimane quindi molto tempo per la ricerca di cibo. Inoltre, i pulcini dipendono da invertebrati (insetti, ragni). Se il brutto tempo dura a lungo, i pulcini periscono rapidamente.
Nei Galliformi, il successo riproduttivo è quindi fortemente legato allo sviluppo delle condizioni meteorologiche durante il periodo di nidificazione e allevamento, ciò può variare molto da un anno all’altro. Ciò può portare a sua volta a forti fluttuazioni degli effettivi nell’anno successivo, fenomeno particolarmente pronunciato nel Fagiano di monte e nella Coturnice.
Nel caso della Pernice bianca, quando la temperatura di luglio corrisponde alla media a lungo termine gli effettivi aumentano. Se invece il mese di luglio è troppo freddo, nell’anno successivo la popolazione sarà più piccola. Anche temperature estive molto calde sembrano tuttavia causare diminuzioni locali degli effettivi.
Fluttuazioni degli effettivi e in parte anche dell’areale
L’evoluzione degli effettivi di Fagiano di monte nel Ticino settentrionale si sviluppa parallelamente al tasso di riproduzione dell’anno precedente. Con un tasso riproduttivo di poco meno di 2 pulcini per femmina, gli effettivi rimangono invariati di anno in anno. Nel Ticino settentrionale i pulcini escono dall’uovo nella seconda metà di luglio, quando vengono raggiunte le temperature giornaliere medie più elevate. Dal 1981 al 2017, nel Ticino settentrionale il tasso di riproduzione è stato soggetto a forti fluttuazioni, ma non ha mostrato alcuna tendenza a lungo termine. Nel Ticino meridionale il successo riproduttivo è invece diminuito, probabilmente come conseguenza dell’abbandono dell’economia alpestre; se questa diminuzione dovesse continuare, ciò porterà a una perdita di areale.
Anche gli effettivi di Coturnice sono soggetti a fluttuazioni significative, causate da un successo riproduttivo che varia di anno in anno. In Svizzera, attorno al 1945 e al 1993 sono stati raggiunti due picchi degli effettivi, intervallati da effettivi bassi negli anni intermedi. Più recentemente, gli anni 2006-2008 e 2015-2016 presentavano effettivi elevati, mentre negli anni 2001-2003 e 2010-2012 sono stati registrati numeri bassi. Le fluttuazioni sono riconoscibili anche dai dati del programma «Monitoraggio degli uccelli nidificanti diffusi» (MUNiD): negli anni 2006-2008 sono stati rilevati in totale 71 territori di Coturnice in 23 quadrati chilometrici, nel 2010-2012 invece solo 26 territori in 14 quadrati chilometrici. Queste fluttuazioni degli effettivi si riflettono anche sull’estensione dell’areale di nidificazione, poiché nelle Alpi la Coturnice raggiunge il limite settentrionale del suo areale.
Grandi sfide per diverse specie
Tra i Galliformi delle montagne, il Gallo cedrone e la Pernice bianca sono le specie che destano più preoccupazione. Per il Gallo cedrone, già molti anni fa ci si è resi conto che la situazione era critica ed era necessario agire: le misure necessarie, diradamenti di boschi troppo densi e protezione dai disturbi, vengono attuate nell’ambito di un piano d’azione nazionale e di strategie cantonali.
Nel caso della Pernice bianca, tendenze regionalmente differenti lasciano supporre che i trend negativi dipendano da fattori locali diversi. Dal 1995 al 2013 si è verificato un calo del 13 %. Questa situazione è preoccupante, soprattutto anche perché l’areale di distribuzione rischia di ridursi a causa del riscaldamento climatico e già adesso è evidente un netto spostamento delle osservazioni verso l’alto.
Per il Francolino di monte dà motivo di preoccupazione la riduzione dell’areale di distribuzione nel Giura centrale. Accanto alle conseguenze del riscaldamento climatico, sono i cambiamenti dell’habitat a minacciare più fortemente Fagiano di monte e Coturnice: sia l’abbandono, sia l’intensificazione della gestione, come pure una maggiore utilizzazione a scopo turistico hanno un impatto negativo.
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