© Marcel Burkhardt
La pressione atmosferica rivela la posizione
Le misurazioni della pressione atmosferica nei pressi dei geolocalizzatori segnano la prossima pietra miliare nella ricerca sulla migrazione degli uccelli: la determinazione esatta della posizione di un uccello viene infatti notevolmente migliorata.
In base alla durata del giorno e al cadere del mezzogiorno, i geolocalizzatori possono essere utilizzati per calcolare la latitudine e la longitudine approssimative di un uccello. Le conoscenze sulle rotte migratorie di uccelli che sono troppo piccoli per i dispositivi GPS hanno così potuto essere notevolmente ampliate.
I geolocalizzatori hanno tuttavia ancora alcuni punti deboli: in caso di nuvolosità o se l’uccello si trova nella vegetazione la stima della posizione peggiora. Inoltre, nella luce o nel buio quasi costanti dei poli e per circa due settimane intorno agli equinozi, a metà marzo e metà settembre, le localizzazioni sono molto imprecise. Il secondo fenomeno è particolarmente fastidioso, poiché la maggior parte dei migratori si sposta proprio durante quei periodi.
Da alcuni anni, i nuovi cosiddetti geolocalizzatori multi-sensore sono in grado di registrare non solo la luce ma, tra le altre cose, anche la pressione atmosferica. Allo stesso tempo, quest’ultima viene misurata in tutto il mondo, fornendo un set di dati liberamente disponibile con una risoluzione spaziale di quasi 30 chilometri e una risoluzione temporale di un’ora. Un gruppo di ricerca a cui partecipa anche la Stazione ornitologica ha ora potuto utilizzare questi dati sulla pressione atmosferica e modelli statistici per determinare la posizione degli uccelli dotati di geolocalizzatori multi-sensore.
In questo modo, si è dimostrato che la stima della posizione tramite dati sulla pressione atmosferica è circa tre volte più accurata rispetto a quella tramite la luce. Nuvolosità, ombre ed equinozi non hanno alcuna influenza sulla qualità di questi dati, che quindi consentono buone stime della posizione durante tutto l’anno. Questo nuovo metodo apre le porte anche allo studio del comportamento migratorio di specie che migrano su distanze molto brevi, di animali notturni come i pipistrelli e di specie del sottobosco.
Nussbaumer, R., M. Gravey, M. Briedis & F. Liechti (2023): Global positioning with animalborne pressure sensors. Methods Ecol Evol 58: 210. https://doi.org/10.1111/2041-210X.14043