Avifauna nidificante più variegata oltre frontiera

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Veduta aerea della zona di confine presso Wallbach AG/D. Le regioni all’estero vicine alla frontiera, a destra del Reno, presentano un numero nettamente superiore di piccole strutture rispetto alle superfici svizzere, a sinistra del Reno. Nelle zone agricole queste differenze sono particolarmente evidenti. © Riprodotto con l’autorizzazione di swisstopo (BA180142).

In confronto alle regioni svizzere lungo il confine, in quelle appena oltrefrontiera ci sono più specie di uccelli, maggiori densità e più specie della Lista Rossa per quadrato chilometrico. Queste differenze sono dovute al fatto che, oltreconfine, c’è un maggior numero di superfici semi-naturali e piccole strutture, dovuto a una gestione e un uso del suolo diversi.

Nell’ambito dei rilevamenti per l’Atlante 2013-2016, oltre ai quadrati chilometrici in Svizzera, sono stati mappati anche 145 quadrati chilometrici che si trovano almeno parzialmente in regioni estere vicine al confine. L’analisi qui presentata riguarda aree che si trovano in una fascia di 10 km di qua e di là dalla frontiera. A ovest, lungo il confine con la Francia, erano rispettivamente 59 (estero) e 160 (Svizzera occidentale) quadrati chilometrici, mentre a nord, lungo la frontiera con la Germania, erano rispettivamente 38 (estero) e 99 (Svizzera settentrionale). Da questa analisi sono state escluse le zone di frontiera orientali verso l’Austria e il Liechtenstein, come pure quelle meridionali verso l’Italia e la Francia, perché presentano tipi di habitat molto eterogenei e considerevoli differenze di altitudine.

Nelle zone di frontiera verso la Germania e la Francia, di qua e di là dal confine le percentuali dei diversi habitat sono comparabili. In Svizzera, la percentuale media di superfici edificate (2 %) è leggermente superiore rispetto alle regioni estere vicine al confine (1,5 %), le percentuali di bosco (rispettivamente 31 e 35 %) e di zone agricole (rispettivamente 48 e 50 %) sono leggermente inferiori. L’altitudine media nelle zone di frontiera verso la Germania e la Francia è uguale dalle due parti, per cui anche le differenze climatiche dovrebbero essere minime.

Maggiori densità e diversità di specie nelle regioni estere vicine al confine

Un confronto del numero di territori nelle zone svizzere ed estere mostra che nelle aree all’estero vicine al confine si riscontrano, in media, 25 territori in più per quadrato chilometrico rispetto al nostro Paese. Inoltre, le superfici all’estero presentano anche una maggiore diversità di specie. Oltre-confine si contano in media 2,2 specie in più per quadrato chilometrico rispetto al lato svizzero. Anche per le specie indicate nella Lista Rossa svizzera come minacciate (categorie «minacciato di estinzione CR», «fortemente minacciato EN», «vulnerabile VU») o «potenzialmente minacciate NT» il quadro è lo stesso. Rispetto alla Svizzera, le zone oltreconfine accolgono in media 0,3 specie della Lista Rossa in più per quadrato chilometrico. Nella zona di frontiera verso la Francia questa differenza è di 0,4 specie, e quindi più netta, rispetto alla zona di frontiera verso la Germania, con 0,2 specie in più.

Le maggiori densità riscontrate nelle regioni all’estero lungo il confine potrebbero essere ricondotte al fatto che le percentuali dei tipi di habitat bosco, agglomerazioni e zone agricole sono leggermente diverse. Se questo fosse l’unico motivo, ci si aspetterebbe tuttavia che, in Svizzera, le densità delle specie delle agglomerazioni fossero maggiori, poiché nei quadrati chilometrici svizzeri ci sono, in media, più superfici edificate. Ma non è così: per le specie delle agglomerazioni, di qua e di là dal confine il numero di territori per quadrato chilometrico è molto simile. Per singole specie, ad esempio la Passera europea, nelle zone estere vicine alla frontiera si trovano addirittura 1,5 territori in più per quadrato chilometrico rispetto alla zona di frontiera svizzera.

Si giunge alla stessa conclusione se si analizzano più da vicino le differenze tra le varie specie boschive. Sebbene, nella zona di frontiera verso la Germania, nei quadrati chilometrici svizzeri ed esteri la percentuale media di bosco sia esattamente la stessa (29 % ciascuna), nelle zone all’estero le densità delle specie boschive sono in media superiori di 18,3 territori per quadrato chilometrico. Le percentuali leggermente diverse delle varie tipologie di habitat non possono quindi essere l’unica causa delle differenze rilevate. Anche la maggiore diversità di specie non può inoltre essere spiegata soltanto con le lievi differenze di percentuale delle varie tipologie di habitat: una maggiore superficie di un determinato tipo di habitat non si traduce infatti automaticamente in un numero più elevato di specie.

Numero medio di territori (sinistra) e numero medio di specie (destra) per quadrato chilometrico nelle regioni all’estero vicine al confine (blu) e in quelle svizzere vicine al confine (rosso). Le specie delle zone agricole si riferiscono alle cosiddette specie OAA («Obiettivi ambientali per l’agricoltura»). Si sono considerate unicamente le zone di confine ad ovest verso la Francia e a nord verso la Germania.

Nette differenze per le specie delle zone agricole

Che le percentuali leggermente diverse delle superfici non possano essere l’unica causa delle differenze rilevate scaturisce anche da un’osservazione più attenta delle specie delle zone agricole. Nelle regioni estere vicine al confine, le specie tipiche delle zone agricole, le cosiddette specie OAA («Obiettivi ambientali per l’agricoltura», con 29 specie bersaglio e 18 specie faro), mostrano una maggiore diversità e un maggior numero di territori per quadrato chilometrico. Molte specie OAA, come il Beccafico, il Codirosso comune o lo Zigolo giallo, per nidificare necessitano di piccole strutture all’interno della zona agricola. Poiché, anche in questo caso, all’estero e in Svizzera la percentuale media di superfici agricole è praticamente la stessa, gli effettivi nettamente più elevati osservati all’estero sono probabilmente da ricondurre a differenze nella gestione, nell’uso del suolo e nella disposizione degli elementi del paesaggio.

Queste differenze degli habitat sono visibili nell’esempio illustrato dalla veduta aerea. Benché su entrambi i lati del Reno vi siano tre tipi di habitat, vale a dire agglomerati, zone agricole e bosco, su piccola scala la loro composizione è molto diversa. Soprattutto nelle zona agricole, salta all’occhio come, rispetto al lato svizzero, sul lato tedesco del Reno vi sia un numero nettamente superiore di piccole strutture come boschetti, siepi, alberi da frutto o viali. Scherler ha potuto fare la stessa constatazione in potenziali aree di nidificazione della Civetta: in regioni della Germania meridionale il numero di piccole strutture presenti era nettamente superiore rispetto alle regioni svizzere.

Panoramica del numero di quadrati chilometrici analizzati nelle zone di frontiera in Svizzera e all’estero e numero medio rilevato di specie e territori per quadrato chilometrico. Le specie delle zone agricole si riferiscono alle cosiddette specie OAA («Obiettivi ambientali per l’agricoltura»).

Nessun cambiamento della situazione dal 1993-1996

Un’analisi simile era già stata condotta con i dati dell’Atlante 1993-1996. Il quadro non è praticamente cambiato: già allora, per quadrato chilometrico le regioni estere vicine al confine presentavano in media più specie e più specie della Lista Rossa rispetto alla zona di frontiera svizzera. Anche allora si era concluso che, soprattutto le odierne specie OAA, in Svizzera trovano condizioni meno favorevoli rispetto alle zone oltreconfine. Mentre nel 2013-2016 le regioni estere vicine al confine presentavano in media più territori per quadrato chilometrico rispetto alle zone di frontiera svizzere, nel 1993-1996 per nessuna delle specie si erano ancora constatate differenze per quanto riguarda le densità. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che, nel 1993-1996, per tutte le specie si era stabilito un tetto massimo di territori. A quel tempo, se all’interno di un quadrato chilometrico si erano trovati, ad esempio, più di dieci merli territoriali, questa specie non veniva ulteriormente mappata. Le densità rilevate nel 1993-1996 erano quindi incomplete perché limitate verso l’alto. D’altra parte, sembra che l’agricoltura intensiva e l’uso spinto al massimo delle superfici disponibili, praticati in Svizzera, da noi oggi possano aver portato a densità inferiori non solo delle specie rare, ma anche di numerose specie più diffuse. Inoltre, il fatto che, nelle regioni estere di confine, il numero di specie sia più elevato conferma l’ipotesi che, in Svizzera, le piccole strutture da cui dipendono molti uccelli e altri animali, siano più rare o di qualità inferiore. È quindi necessario fare tutto il possibile per mantenere le strutture seminaturali e le superfici estensive esistenti e per crearne di nuove.

Testo: Simon Hohl


Suggerimento di citazione dell’Atlante online:
Knaus, P., S. Antoniazza, S. Wechsler, J. Guélat, M. Kéry, N. Strebel & T. Sattler (2018): Atlante degli uccelli nidificanti in Svizzera 2013-2016. Distribuzione ed evoluzione degli effettivi degli uccelli in Svizzera e nel Liechtenstein. Stazione ornitologica svizzera, Sempach.

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