I Corvidi nelle colture agricole

In Svizzera sono presenti le seguenti specie di Corvidi: Ghiandaia, Gazza, Nocciolaia, Gracchio alpino, Gracchio corallino, Taccola, Corvo comune, Cornacchia grigia e Cornacchia nera, come pure Corvo imperiale. Sulla Lista Rossa figurano il Gracchio corallino quale specie fortemente minacciata (EN) e la Taccola quale specie potenzialmente minacciata (NT) (stato 2021).

I Corvidi si nutrono di cibo vegetale e animale. Soprattutto cornacchie nere e grigie e corvi comuni trovano in parte il loro cibo sulle superfici agricole aperte. Specialmente in aree ad agricoltura intensiva, in alcune stagioni i vegetali provenienti dalle colture possono rappresentare una percentuale importante della loro dieta. Cornacchie e corvi comuni apprezzano molto cereali estivi e mais appena seminati, germogli in crescita, ma anche pannocchie di mais in maturazione, come pure piantine d’insalata e di verdura.

D’altro canto, i Corvidi sono anche apprezzati dagli agricoltori. Cornacchie nere e grigie e corvi imperiali giocano un importante ruolo ecologico quali consumatori di carcasse. I corvi comuni, le cornacchie e le gazze si cibano inoltre di larve, lumache e topi. Va anche sottolineato positivamente che cornacchie e gazze permettono a cacciatori di topi come Gufo comune, Gheppio e Lodolaio di nidificare nelle zone agricole: questi rapaci non costruiscono un nido proprio e per nidificare dipendono quindi da nidi abbandonati di Corvidi.

I danni alle colture agricole da parte di Corvidi sono dovuti in primo luogo a Cornacchia nera e grigia, localmente anche al Corvo comune. Secondo un sondaggio condotto presso i Cantoni e i Centri di consulenza agricoli, finora non esiste tuttavia una panoramica a livello nazionale dell’entità di questi danni. Nel 2006 l’Alta scuola di scienze agronomiche, forestali e alimentari (HAFL) di Zollikofen, su incarico dell’Ufficio cantonale dell’agricoltura e della natura (LANAT), ha studiato i danni causati dalle cornacchie nere nelle colture di mais del Canton Berna. I danni si aggiravano attorno allo 0.6-1% del valore totale cantonale del mais e sono stati classificati come poco rilevanti dal punto di vista economico globale. È stato tuttavia mostrato che singole aziende possono essere colpite in maniera più importante.

Ghiandaie, gazze, taccole e corvi imperiali, d’altra parte, causano danni solo in casi eccezionali, mentre nocciolaie, gracchi alpini e gracchi corallini utilizzano solo raramente le zone agricole.

Ricerche effettuate in Svizzera hanno mostrato che la composizione del nutrimento della Cornacchia nera dipende dal tipo di sfruttamento agricolo. Questa specie ha un ampio spettro alimentare e la percentuale di cibo vegetale e animale nella sua dieta varia a seconda della regione, della stagione e dell’offerta alimentare. Nelle regioni con agricoltura intensiva le cornacchie nere si nutrono soprattutto di alimenti vegetali, mentre nelle regioni con agricoltura estensiva è il nutrimento animale a essere preponderante. Per l’allevamento dei piccoli, il fabbisogno di cibo animale, ricco di proteine, è elevato: per questo gli uccelli nidificanti preferiscono regioni coltivate estensivamente, più ricche di piccoli mammiferi e insetti. Ogni coppia nidificante difende un territorio, mentre le cornacchie ancora troppo giovani per covare o che non hanno trovato un partner o un territorio per nidificare si riuniscono in stormi di uccelli che non si riproducono. La percentuale di uccelli nidificanti e non nidificanti può variare fortemente da regione a regione. Gli stormi si riuniscono volentieri in zone con sfruttamento agricolo intensivo e povere di strutture, poiché qui di solito non ci sono coppie nidificanti che difendono un territorio. I danni alle colture agricole sono causati di solito da questi uccelli che vivono in stormi. Da indagini presso gli agricoltori, è risultato che i danni si verificano soprattutto quando si sommano diversi fattori avversi come, ad esempio, semina tardiva e maltempo. Sono colpiti soprattutto i campi di mais, ortaggi e cereali. L’entità dei danni dipende da quanto tempo necessitano i semi per germogliare e i germogli per oltrepassare un’altezza critica (da 10 a 15 centimetri per il mais). Durante il periodo riproduttivo, gli uccelli nidificanti non causano invece nessun danno significativo.

Secondo la legislazione federale (Legge sulla caccia LCP, stato 2023, e Ordinanza sulla caccia OCP, stato 2023) Ghiandaia, Gazza, Cornacchia nera e grigia e Corvo comune, come pure Corvo imperiale sono cacciabili. I Cantoni possono tuttavia ridurre la lista delle specie cacciabili o limitare i periodi di caccia; informazioni al riguardo sono ottenibili presso gli Uffici cantonali della caccia.

Poiché nelle cerchie agricole ci si lamenta spesso dei danni causati dai Corvidi e i cacciatori a volte temono un influsso negativo da parte di questi ultimi sugli effettivi di selvaggina minuta, i Corvidi vengono abbattuti in gran numero: in Svizzera, tra il 2012 e il 2021 sono state abbattute in media ogni anno 8’800 cornacchie nere e grigie, 2’000 ghiandaie, 1’100 gazze e 260 corvi imperiali.

Gli effettivi, soprattutto di Cornacchia nera e grigia, non si possono tuttavia regolare in maniera duratura per mezzo di abbattimenti. Essi si sviluppano, infatti, secondo l’offerta di cibo e siti di nidificazione. Regioni con strutture adeguate e una sufficiente quantità di nutrimento animale per l’allevamento dei piccoli sono infatti limitate. Qui le coppie in grado di nidificare occupano territori e li difendono verso i loro conspecifici, mentre il resto della popolazione viene escluso dalla riproduzione. Come per molte altre specie di uccelli, in caso di elevate densità di popolazione il successo riproduttivo diminuisce. Se cornacchie nere o grigie nidificanti vengono rimosse dai loro territori, questi ultimi vengono velocemente rioccupati da uccelli «in attesa» che vivono in stormi. Se invece viene abbattuto un gran numero di uccelli negli stormi, ciò migliora il successo riproduttivo degli uccelli territoriali che devono difendere il proprio territorio da un minor numero di conspecifici e possono quindi dedicare più tempo all’allevamento dei loro piccoli.

L’abitudine, un tempo diffusa, di sparare nei nidi di Cornacchia nel bel mezzo del periodo riproduttivo deve assolutamente scomparire, non fosse altro che per motivi di protezione degli animali! Con questa pratica, esiste inoltre il grande pericolo di distruggere covate di specie protette poiché non in tutti i nidi di cornacchie cova effettivamente una cornacchia: Gufo comune e Lodolaio, in alcune regioni anche il Gheppio, dipendono infatti per la loro riproduzione da nidi abbandonati di questa specie.

I danni alle colture agricole possono essere ridotti con diverse misure preventive di tecnica di coltivazione.

• Promuovere la ricchezza di strutture: i Corvidi preferiscono terreni con una buona visuale, dove si sentono al sicuro. Boschetti e siepi al margine dei campi offrono nascondigli ai loro nemici naturali. Dove sono presenti queste strutture, il tempo di soggiorno dei Corvidi sui campi tende quindi a diminuire.
• Momento della semina: in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli ci vuole molto tempo prima che i germogli raggiungano l’altezza critica a partire dalla quale non vengono più consumati (per il mais 10–15 centimetri). Scegliendo bene un momento di semina in cui le colture a rischio necessitano del minor tempo possibile per germogliare e crescere, si può ridurre notevolmente un eventuale danno.
• Semina esatta: si dovrebbe fare in modo che sulla superficie resti il minor numero possibile di semi o grani, questi ultimi rendono infatti attente le cornacchie a questa fonte di cibo. Ovunque sia possibile, il mais andrebbe seminato in profondità, in maniera che i grani siano ancorati nel miglior modo possibile al terreno (se il terreno è adatto, ev. passare con il rullo).
• Pausa tra i lavori di preparazione e la semina: l’attività dell’uomo e l’aumento dell’offerta di cibo dovuta all’aratura e all’erpicatura attirano le cornacchie. Per questo, tra la lavorazione del terreno e la semina si dovrebbero lasciar trascorrere diversi giorni.
• Ristagno d’acqua: i campi con ristagno d’acqua sono particolarmente minacciati, poiché su questi ultimi il mais cresce più lentamente e il gran numero di piccoli animali del terreno, che con l’umidità si sposta in superficie, attira i Corvidi. Nei campi a rischio d’inondazione non si dovrebbe quindi seminare mais.
• Trattamento del materiale da semina: sull’efficacia dei trattamenti delle sementi con sostanze varie i pareri sono discordi. Un trattamento del materiale da semina è sensato solo per campi fortemente minacciati. La protezione non è comunque garantita. L’effetto repellente diminuisce notevolmente dopo la germinazione.

I Corvidi sono uccelli molto intelligenti e adattabili. Per questo, per scacciarli o tenerli lontani in modo efficace da colture minacciate, sono necessarie fantasia e variazione. Le misure di difesa hanno effetti soddisfacenti solo se vengono utilizzati diversi metodi, in tempi e combinazioni diverse. In caso contrario, entro pochi giorni le misure perdono la loro efficacia poiché gli uccelli si accorgono del bluff.

Quali misure per scacciare gli uccelli dopo la semina si possono utilizzare i metodi seguenti, in combinazione o alternativamente: grandi palloni colmi di gas, nastri colorati in plastica, ruote a vento, auto parcheggiate, apparecchi a detonazione e dispositivi con effetti dissuasivi ottici e acustici.

• Nel corso di esperimenti si è potuto costatare che palloni colmi di gas (diametro: almeno 75 centimetri) attaccati a funi lunghe 20–30 metri erano efficaci per almeno quattro giorni. I palloni a gas funzionano tuttavia solo quando volano! Per questo devono essere sostituiti o rigonfiati per tempo. Dettagli riguardo a questo metodo di dissuasione vengono riportati più sotto.
• Nastri colorati in plastica devono venir tesi in diagonale o a zig-zag sopra i campi, a 80–100 centimetri dal suolo e a una distanza, l’uno dall’altro, di al massimo 2 metri. Nastri in plastica e petardi di solito funzionano da uno a tre giorni, auto parcheggiate per circa una giornata. Al contrario, spaventapasseri e cornacchie morte appese non mostrano di solito alcun effetto misurabile.
• Petardi e reti offrono una protezione efficace nei frutteti e nei vigneti. È tuttavia essenziale assicurarsi che le reti siano posate a regola d’arte (cioè ben tese, senza parti di rete che appoggiano sul terreno) e controllate regolarmente. Non bisogna utilizzare reti monouso poiché spesso possono rappresentare una trappola mortale per uccelli e ricci. Trovate informazioni sull’uso corretto di reti nei vigneti nella scheda informativa al link indicato qui sotto.

Dissuasione con palloni colmi di gas

Ricerche effettuate dalla Stazione ornitologica svizzera di Sempach hanno mostrato che, nella maggior parte dei casi, i palloni riuscivano a proteggere le colture dalle cornacchie per circa quattro giorni. Un successivo spostamento dei palloni poteva prolungarne l’effetto. È importante che i palloni volino costantemente a un’altezza di 20–30 metri.

Modo di procedere

È possibile utilizzare palloni in lattice (palloni dilatabili in gomma) o in lamina (palloni con un sottile rivestimento in alluminio, non dilatabili).

• Esistono palloni di diverse dimensioni. Consigliamo un diametro di almeno 75 centimetri. Il colore dei palloni parrebbe irrilevante.
• I palloni vengono gonfiati con elio (non infiammabile).
• Come tutti i gas, l’elio si espande con il calore e si contrae con il freddo. Di ciò bisogna tener conto soprattutto con i palloni in lamina poiché, al contrario di quelli in lattice, non sono dilatabili.
• Fissate i palloni a spaghi da pesca lunghi 20-30 metri e con una resistenza allo strappo di ca. 2 chilogrammi (centri hobby, negozi di articoli per la pesca). Attenzione: palloni e spaghi non devono toccare cavi o tralicci elettrici!
• Dopo aver fissato un pallone allo spago da pesca, fate sciogliere brevemente con un fiammifero l’estremità dello spago che esce dal nodo, per evitare che i suoi bordi taglienti possano far scoppiare il pallone.
• Sul campo gli spaghi dei palloni vengono fissati strettamente a un palo o a una grossa pietra.
• I palloni in lamina possono di solito venir rigonfiati, quelli in lattice soltanto in parte. Informatevi presso i rivenditori specializzati. La durata di volo di palloni che vengono rigonfiati è spesso minore.
• I palloni sono appariscenti e a volte vengono portati via dai passanti. Non posizionate quindi i vostri palloni lungo sentieri o ai bordi di un campo. Può essere utile un pannello informativo che descrive lo scopo dei palloni.
• Le cornacchie sono molto intelligenti! Posizionate quindi i palloni solo quando le colture sono davvero minacciate.
• Dopo aver usato i palloni, assicuratevi di rimuovere dal campo tutti i loro involucri e gli spaghi. Sia i palloni in lattice che quelli in lamina possono essere smaltiti con i rifiuti domestici.

Materiale necessario

Palloni in lamina o in lattice?

• I palloni in lattice sono più economici, ma volano per meno tempo perché perdono l’elio più velocemente e al sole possono screpolarsi. Possono venir rigonfiati solo in parte. A seconda del diametro, devono essere rigonfiati o sostituiti a intervalli da uno a tre giorni. I palloni più grandi durano più a lungo. Oggetti appuntiti (stoppie dei cereali) possono più facilmente farli scoppiare. Siccome i palloni in lattice sono elastici, l’involucro del pallone può adattarsi, entro certi limiti, ai cambiamenti di volume del gas. Questi palloni volano anche a basse temperature, ma a temperature molto elevate anch’essi possono scoppiare. Se sono previste temperature elevate è quindi consigliabile non gonfiare completamente i palloni.
• I palloni in lamina sono più cari ma restano più tempo in aria. Non essendo dilatabili, scoppiano tuttavia più facilmente in caso di temperature elevate, mentre, a basse temperature, scendono più presto a terra. Per questo tipo di palloni le temperature ottimali si situano tra 12 ° e 20 °C. Non possono essere utilizzati in caso di temperature rigide. I palloni in lamina sono tuttavia più resistenti agli oggetti appuntiti (stoppie dei cereali) e grazie a una valvola di ritegno possono essere rigonfiati.

Dati tecnici

Palloni in lattice: palloni in gomma, dilatabili, solo limitatamente rigonfiabili, vengono forniti con un tappo oppure vengono annodati a mano con lo spago.

Con «Ultra Hi Float» la durata di volo può essere aumentata di 10–20 ore. Questo liquido viene immesso nei palloni, distribuendosi al loro interno; portando così l’elio a fuoriuscire più lentamente. Un litro di questa sostanza è sufficiente per ca. 20–25 palloni in lattice con diametro di 75 centimetri.

Palloni in lamina: rivestiti in alluminio, non dilatabili, con valvola di ritegno, rigonfiabili.

Chi ben si organizza è a metà dell’opera!

È vantaggioso se più parti uniscono le forze, in maniera di dover organizzare solo una volta il gas e i rubinetti per riempire i palloni. Ideale sarebbe che le società agricole ordinassero in blocco palloni, elio e rubinetti, per poi offrirli in vendita agli agricoltori.

Quando è necessaria un’autorizzazione?

Secondo l’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC), è necessario richiedere un’autorizza- zione per palloni a gas legati a spaghi lunghi meno di 60 metri solo se questi ultimi si trovano a meno di 3 chilometri dalla più vicina pista d’atterraggio civile o militare. Si possono ottenere informazioni sulle piste d’atterraggio, come pure eventuali autorizzazioni presso l’UFAC.

Indirizzi di contatto

Dove acquistare palloni e accessori

Ballon-Müller AG
Uekerstrasse 20
5027 Herznach
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Autorizzazioni

Ufficio federale dell’aviazione civile UFAC
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058 465 80 39
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