Questi risultati ci fanno riflettere: anche uccelli comuni e ben adattati in ambienti urbani, come la cinciallegra, possono essere disturbati dalla luce artificiale notturna. Ciò rende ancora più importante preservare i luoghi bui per sostenere anche gli animali notturni e meno adattabili, come gufi e pipistrelli.
L’inquinamento luminoso per l’avifauna è dannoso anche per altri aspetti. In primavera, per esempio, gli uccelli migratori tornano dalle zone di svernamento e si orientano anche in base alle stelle, dipendendo quindi da un cielo notturno stellato durante il loro viaggio. Soprattutto nelle notti con nebbia o nuvole fitte, l’inquinamento luminoso può offuscare il loro senso dell’orientamento. L’espressione «diversi come il giorno e la notte» sta effettivamente diventando sempre meno vera al giorno d’oggi. Per ridurre l’inquinamento luminoso, la luce dovrebbe quindi essere utilizzata solo dove e qualora sia veramente necessaria.