Nella Svizzera nordoccidentale, Georg Artmann-Graf ha sistematicamente annotato osservazioni di insetti dagli anni 1980. Insieme a Pius Korner della Stazione ornitologica svizzera, ha ora utilizzato questa preziosa raccolta di dati per studiare come la frequenza dei Celiferi (cavallette appartenenti a uno dei due sottordini degli Ortotteri) sia cambiata nell’arco di circa vent’anni.
A questo scopo, hanno analizzato i dati raccolti da Georg Artmann-Graf tra il 1992 e il 2011 in oltre 600 località nei dintorni di Olten, SO. Mentre il tipo di vegetazione dei siti – spesso prati umidi, prati secchi, praterie da sfalcio di bassa quota, bordi erbacei o siti ruderali – è rimasto sostanzialmente costante, il numero totale di individui di queste cavallette è diminuito di circa la metà. Nello stesso periodo e nelle stesse località, per molti altri gruppi di insetti il calo è stato minore.
Per queste cavallette le maggiori perdite sono state trovate negli habitat più asciutti e sui pendii più ripidi, suggerendo che la disidratazione del suolo potrebbe essere un fattore importante di questa diminuzione. Ci sono state ulteriori grandi perdite negli habitat più ricchi di sostanze nutritive: le possibili ragioni sono cambiamenti della vegetazione su piccola scala, ad esempio a causa dell’immissione di azoto dall’aria, o l’aumento dell’isolamento da altri siti. Al contrario della frequenza, il numero di specie ha subito un calo molto meno pronunciato. Una scoperta molto interessante: ciò significa che, se si considera solo il numero di specie, c’è il rischio di sottovalutare in maniera notevole importanti cambiamenti ecologici. Le forti diminuzioni nei siti esaminati – spesso aree di inventari comunali per la protezione della natura – sono allarmanti: mostrano che, anche se le condizioni locali non cambiano in modo massiccio, gli sviluppi su larga scala possono avere effetti negativi. I cambiamenti climatici e l’immissione di azoto dall’aria, forze trainanti di tali sviluppi, devono quindi essere combattuti con urgenza. Allo stesso tempo, la gestione delle superfici deve essere adattata agli effetti prevedibili dei cambiamenti climatici, con l’obiettivo di promuovere una comunità di insetti diversificata ed ecologicamente robusta.