Le regioni frontaliere, in particolare, sono ideali per studiare gli effetti dei diversi quadri politici sulla biodiversità. Poiché clima, esposizione e condizioni del suolo sono praticamente identici, non entrano in considerazione per spiegare le differenze nella composizione delle specie o nella densità dei territori. Queste ultime sono dovute maggiormente a differenze nel quadro politico e quindi nell’uso del suolo.
Utilizzando 202 quadrati chilometrici lungo il confine settentrionale del nostro Paese, mappati per l’Atlante degli uccelli nidificanti 2013-2016, un team di ricerca del Politecnico federale di Zurigo e della Stazione ornitologica svizzera ha quindi studiato le differenze nelle aree di confine tra Svizzera (105 quadrati chilometrici), Germania (37) e Francia (60) per 29 specie diffuse. Ha riscontrato notevoli differenze: in Svizzera c’erano 2,5 specie e 44 territori in meno per quadrato chilometrico rispetto ai Paesi limitrofi, il che corrisponde al 12 % in meno di specie e al 14 % in meno di territori.
Sebbene gli autori abbiano trovato questi risultati anche nelle agglomerazioni e nei boschi, nelle zone agricole essi erano particolarmente pronunciati. Dagli anni 1990 queste differenze stanno tuttavia diminuendo: da un lato, i Paesi limitrofi sono peggiorati e, dall’altro, l’orientamento un po’ più ecologico dell’agricoltura svizzera negli ultimi 20 anni sta dando i suoi frutti.
Tuttavia, in Svizzera circa la metà degli uccelli delle zone agricole è ancora inclusa nella Lista Rossa. Questo dovrebbe essere un ulteriore incentivo a continuare con un’agricoltura più rispettosa della natura, tra l’altro con maggesi fioriti e a rotazione, piccole strutture e una riduzione dell’uso ancora molto elevato di fertilizzanti e pesticidi.
Engist, D., R. Finger, P. Knaus, J. Guélat & D. Wuepper (2023): Agricultural systems and biodiversity: Evidence from European borders and bird populations. Ecol. Econ. 209: 107854. https://doi.org/10.1016/j.ecolecon.2023.107854