Al più tardi dall’introduzione di «Chat- GPT» nel novembre 2022, il termine «intelligenza artificiale» o, in breve, «IA» è sulla bocca di tutti e l’intelligenza artificiale ha trovato applicazione anche in ornitologia. Modelli computerizzati ben allenati possono assegnare automaticamente e spesso in modo affidabile registrazioni sonore o foto a una specie di uccello. Questa tecnologia è già utilizzata da diverse app d’identificazione (ad es. Merlin Bird ID, BirdNet o l’app di BirdLife Svizzera). Come per tutte le nuove tecnologie, all’inizio c’è una fase in cui gli utenti devono sperimentarle e imparare a usarle in maniera sensata. I seguenti suggerimenti e considerazioni dovrebbero aiutarvi in tal senso.
1) Testate voi stessi le app durante le vostre escursioni private e verificate in quali situazioni il riconoscimento delle specie funziona bene e in quali meno. Variate il livello di difficoltà delle attività per l’app. Ad esempio, confrontate un uccello che canta nelle vicinanze con uno che si sente in lontananza.
2) Mantenete sempre una buona dose di scetticismo verso i risultati delle app. Le app d’identificazione possono mettervi sulla strada giusta e sono quindi strumenti preziosi per imparare nuovi canti e richiami. Tuttavia, cercate voi stessi di comprendere l’identificazione della specie e assicuratevi sempre anche con un’osservazione visiva che le determinazioni esclusivamente acustiche delle app siano corrette. Ciò è particolarmente importante per le specie i cui richiami o il canto in precedenza non vi erano familiari. Gli ausili per l’identificazione sono diventati molto buoni, ma di tanto in tanto arrivano ancora a determinazioni errate. Ciò vale soprattutto per risultati che in termini di stagione, ora del giorno, geografia o habitat risultano insoliti.