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© Marcel Burkhardt

Al centro dell’interesse: aquila reale immatura. Sono facilmente riconoscibili dalla base bianca della coda e dai campi bianchi sotto le ali.

News - Contesto

Sulle tracce delle giovani aquile reali

Dicembre 2020

Per comprendere la popolazione di Aquila reale sull’arco alpino, la fase di dispersione delle giovani aquile reali è molto importante, ma al suo riguardo finora le conoscenze sono limitate. Un progetto internazionale di ricerca, a cui partecipa anche la Stazione ornitologica, si è posto come obiettivo di conoscere meglio la vita delle giovani aquile reali.

Il 17 marzo 2020 ci inoltriamo con gli sci da escursionismo nel Parco nazionale innevato. Equipaggiati di un ricevitore portatile UHF con tanto di antenna seguiamo due guardiaparco lungo una traccia fresca di lupo. Obiettivo: trovare il trasmettitore di un’aquila reale andato perso. I dati raccolti dal trasmettitore sono infatti molto importanti per la scienza. Presto entriamo in contatto con il trasmettitore che invia impulsi sonori ogni due secondi. Gradualmente riusciamo a circoscrivere sempre più i segnali, finché scopriamo l’apparecchio su un terreno ripido ma senza neve. Nel frattempo, un’aquila reale immatura vola via sopra le nostre teste, probabilmente si tratta di «Droslöng17 », liberata dal trasmettitore a causa di usura del materiale, che speriamo abbia ancora davanti a sé una lunga vita da aquila. Tali battute d’arresto fanno inevitabilmente parte della ricerca; per i nuovi trasmettitori verrà comunque utilizzato un altro materiale più stabile. Il rammarico per la perdita del trasmettitore è tuttavia grande: «Droslöng17» è stata infatti la prima in assoluto, di un totale di 33 aquile reali grigionesi che sono state equipaggiate con un trasmettitore nell’ambito di un progetto di studio sul comportamento dispersivo delle giovani aquile reali, e avrebbe dovuto fornire dati sui suoi spostamenti ancora per molto tempo.

Il ruolo chiave delle giovani aquile reali

Questo progetto è stato lanciato nel 2016 dall’Istituto Max Planck di biologia del comportamento a Radolfszell e ha come obiettivo di colmare le lacune di conoscenza riguardo agli spostamenti delle giovani aquile reali fino al raggiungimento della maturità sessuale. La collaborazione con la Stazione ornitologica, che si limita al Canton Grigioni, è stata gradualmente estesa anche ad altri partner. Fino al 2020 si sono uniti team provenienti dall’Alto Adige, dalla Lombardia, dalla Baviera, dall’Austria e dalla Slovenia, in modo che ora è possibile studiare i movimenti delle giovani aquile reali in gran parte dell’arco alpino.

A differenza del Nordeuropa e del bacino mediterraneo, nell’Europa centrale le aquile reali non sono praticamente presenti in pianura ma vivono soprattutto nelle regioni alpine. Quest’area montuosa densamente abitata dalle aquile reali rende difficile ma anche interessante studiare in maniera più precisa gli spostamenti e delle giovani aquile reali e come sono effettuati. Per fortuna, oggi la popolazione alpina di questa specie sta molto bene, è praticamente satura ed è quindi soggetta a una regolazione naturale, determinata da una forte competizione. In questo contesto le giovani aquile vaganti giocano un ruolo fondamentale: sono infatti la causa principale per cui, attualmente, il successo riproduttivo delle coppie territoriali è fortemente limitato. Tuttavia, anche le giovani aquile devono lottare contro i loro conspecifici: oltre la metà delle aquile trovate morte nei Grigioni sono vittime di conflitti territoriali. Con queste premesse, è importante capire meglio la strategia di sopravvivenza delle giovani aquile e quindi conoscere lo sviluppo della popolazione di Aquila reale nel suo complesso. Ma quali fattori determinano gli spostamenti delle giovani aquile? E che ruolo giocano a questo proposito, rispettivamente, la distribuzione del cibo e la presenza di coppie di aquile territoriali?

Nella sua tesi di dottorato, Julia Hatzl intende rispondere a queste domande, con possibilità tecniche completamente nuove. I trasmettitori solari oggi disponibili non solo consentono – a dipendenza dell’apporto energetico da parte del sole – una localizzazione estremamente precisa, ma forniscono anche informazioni sul comportamento della giovane aquila e sulle sue variazioni con l’avanzare dell’età. I dati necessari devono tuttavia essere convalidati con molto lavoro sul campo.

Annotazioni dal lavoro sul campo

Dopo un’attesa di 30 minuti, il ricevitore UHF dà finalmente segni di vita con un debole segnale acustico che diventa subito più forte: ed ecco che avvistiamo la giovane aquila reale dotata di trasmettitore che plana sopra la cima della vicina montagna. Equipaggiati di telescopio e binocolo cerchiamo di descrivere il suo comportamento nel modo più preciso possibile e di registrarlo digitalmente. Il nocciolo della questione è non perdere di vista l’aquila perché, così velocemente come è apparsa, altrettanto rapidamente può scomparire dietro la cresta della montagna accanto.

Queste osservazioni ci permettono di capire meglio il comportamento delle giovani aquile. Il trasmettitore, fissato sulla schiena dell’uccello come uno zaino, non registra soltanto i luoghi precisi dove si trova l’animale ma anche dati che forniscono informazioni sui suoi movimenti e sulla posizione del corpo. A seconda del comportamento, cambia anche lo schema di registrazione dei dati: se a questi schemi si vuole ora assegnare il comportamento corrispondente, è necessario confrontarli con osservazioni effettuate sul campo esattamente nello stesso momento. Comportamenti relativamente facili da riconoscere sono «mangiare», «battere le ali», «volo planato» o «elemosinare cibo». Per riuscire a rilevare una gamma di comportamenti il più ampia possibile, da inizio aprile quasi ogni giorno il nostro team è sulle tracce dei giovani uccelli con trasmettitore in tutto il Canton Grigioni. Ma è più facile a dirsi che a farsi: dopo che le giovani aquile hanno lasciato il territorio dei genitori, nei loro anni di apprendimento e vagabondaggio possono infatti coprire ogni giorno distanze di 130 km. Inoltre, spesso le giovani aquile non si spostano da sole ma con altre due, tre, a volte persino fino a sei altre giovani aquile nella stessa area. Pensiamo che una delle cause di questo comportamento sia lo spazio densamente popolato e pieno di territori. Quando entrano in volo in territori occupati, le giovani aquile vengono scacciate violentemente dalle coppie residenti. Non resta quindi molto spazio e questo spesso deve essere condiviso con altre giovani aquile.

Studiamo anche il comportamento delle giovani aquile finché si trovano ancora nel territorio dei genitori e rileviamo l’attività e la densità delle aquile reali in tutta la regione comprendente l’Engadina e Davos. In questo modo desideriamo capire meglio i fattori che influenzano la distribuzione delle giovani aquile sull’arco alpino.

Primi risultati

La mole di dati raccolti è già molto ampia e anche la giovane aquila «Droslöng17», citata all’inizio, vi ha contribuito: circa un mese dopo essere stata equipaggiata di trasmettitore, il 7 agosto 2017 la giovane femmina «Droslöng17» ha abbandonato definitivamente il suo nido. Ha poi fatto seguito la fase di volo in cui il giovane elemosina continuamente cibo e viene nutrito dai genitori. Grazie a «Droslöng17» e ad altri individui equipaggiati di trasmettitore, abbiamo potuto seguire minuziosamente per la prima volta i movimenti delle giovani aquile e abbiamo fatto subito alcune scoperte sorprendenti: ad esempio che già 5 settimane dopo essere uscite dal nido le giovani aquile effettuano escursioni piuttosto ampie, che possono durare fino a undici giorni e portarle fino a 100 km di distanza dal territorio natale. Siamo curiosi di scoprire quali altri segreti ci riveleranno le aquile.